24 Settembre 2004

Katia adorata, tutte le persone che ti hanno amato, oggi 24 Settembre, si ritrovano a fare i conti con una ferita ancora aperta. Nonostante questo, ci prepariamo ad incontrarci per renderti omaggio. Fosti proprio te, con gli occhi lucidi, a proporre una formula insolita per “ricordarti”, se il destino ti fosse stato avverso: “Niente lacrime, solo canzoni, musica, poesie... e allegria. Non è forse così che tanti popoli “festeggiano ” la morte di un loro caro?” Quel giorno tanto temuto è arrivato. Dopo un anno, eccoci davanti a questa ulteriore grande prova. Facciamo appello a tutte le nostre risorse per essere all’altezza della situazione. Siamo tutti così coinvolti..., come faremo a pronunciare il tuo nome senza farci travolgere dall’emozione? Affrontare tutto questo è tremendamente difficile: un vero tuffo nel vuoto e senza rete. Sarai forse tu a sostenerci ? Attraverserai lo spazio ed il tempo per arrivare fino a noi? Sapremo “sentire” la tua presenza? Aiutaci a misurare le parole, a trovare quelle giuste senza precipitare nella tristezza, a restare in una atmosfera lieve e serena seppure velata di malinconia... C’è un tempo per ogni cosa, oggi è il tempo del ricordo che viaggia lungo e attraverso le ali leggere della nostalgia. Noi possiamo fluttuare in mezzo a tutto questo e sentirti vicina. Basta crederlo possibile. E’ così struggente la voglia di te. Così lacerante sopportare la tua assenza. Siamo tutti tuoi orfani inconsolabili. Cara Katia, sono sicura di non essere la sola persona che la sera, prima di addormentarsi, con il pensiero vola da te. I ricordi affiorano e sale prepotentemente la voglia di rivederti.. E’ allora che la tua assenza crea un vuoto incolmabile. In quel momento farei qualsiasi cosa per avere ancora, almeno una volta, la possibilità di tenerti stretta stretta tra le braccia. Cerco, con gli occhi chiusi, di far riaffiorare dai preziosi labirinti della memoria emozioni trascorse, odori, musiche: tutto nella speranza di evocare il ricordo di te. Sopraffatta, sfinita da quest’esercizio che ormai è diventato un rito, invoco con tutte le mie forze la tua visita nei miei sogni.
Quante volte nel corso della nostra esistenza ci siamo soffermati a riflettere sulla nostra felicità e sulla fortuna? Quando lo siamo, non ci soffermiamo mai ad analizzare il fatto che ci rende questo possibile. Quando invece siamo colpiti da eventi drammatici e soffriamo, solo allora andiamo alla ricerca dei perché. Cosa abbiamo fatto per meritarci questo? Perché proprio a noi? Questo ci costringe ad interrogarci sul senso dell’esistenza: ma le domande restano sospese nel nulla e vagano nell'attesa di risposte che non arrivano mai. Improvvisamente ci cade il mondo addosso e sentiamo tutta la precarietà della vita. Poi cerchiamo di guardare attraverso il dolore che ci attanaglia. Intravedere se c’é spazio per uno spiraglio di luce che ci indichi la strada da percorrere per ritrovare anche una piccola motivazione per continuare a credere che vale la pena di pensare al domani, di proseguire la lotta intrapresa per tenere testa al dolore che ci inchioda. Quel dolore che ci impedisce non il volo ma la sopravvivenza, che debilita e destabilizza i fragili equilibri, quello che ci consegna e congela in un limbo che non è né in cielo né in terra... restiamo come sospesi a mezz’aria. Come faremo ad uscirne? Il nostro dolore, quella sera chiederà asilo: sarà chiuso con cento mandate nel fondo delle nostre anime, non lo faremo passare. Noi saremo in quel teatro come in un rifugio, protetti come per magia insieme nel tuo nome. Le canzoni, le poesie e la musica saliranno ondeggiando leggere , ipotetiche ghirlande di fiori, e, come per incanto arriveranno fino a te, ti raggiungeranno, dovessero vagare per ore nell’infinito. Tutti avvolti e circondati dalla tua luce che c’illuminerà.. .rapiti dalle sensazioni che ci permetteranno di essere in sintonia con te, come in un cerchio magico, come se fossimo entrati nell’eternità annullando l’impossibile divario. Condividere tutto questo con i tuoi amici sarà una piacevole emozione.
 

Con immenso amore
La tua mamma

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