R/ESISTENZA 

La strada sia lunga
di Concita de Gregorio

Per costruire una città bisogna saperla immaginare, ha detto nella sua più recente intervista Oscar Niemeyer, architetto centenario. Intendeva, lo spiegava bene: il problema non è progettarla, per questo ci sono i bravi esecutori. Prima di tutto bisogna saperla pensare quando ancora non c'è: vederla nella mente, vederla prima. Sapere come sarà, che dolori e che gioie susciterà, come cambierà e come forse diventerà un'altra città ancora, una città nuova da quella solo pensata, un posto due volte diverso dal nulla di adesso. Non sono molte le persone al mondo che sanno (che possono, che hanno il coraggio o la condanna) di vedere prima: nella politica, nell'impresa, nell'arte e negli affari, nello spirito del tempo. In genere, nella disgrazia o nella gloria, fanno la storia. In genere incontrano difficoltà, per usare un eufemismo. I loro contemporanei tendono a resistere: per inadeguatezza o incomprensione, per paura o per incapacità di competere. Visionari, dicono di loro. Megalomani, velleitari, idealisti, ingenui. Però il potere, quello vero, è dei puri di spirito. A noi che non viviamo in America e assistiamo oggi a bocca aperta alla tranquilla disinvoltura con cui Obama scardina il vecchio mondo, a noi che abitiamo la vecchia Europa ce lo hanno insegnato i poeti. Quando ti metterai in viaggio per Itaca devi augurarti che la strada sia lunga. Non incapperai nei Ciclopi se non sarà la tua anima a metterteli contro. Un pensiero a Kafavis, che non c'entra ma sempre invece c'entra, nel giorno in cui il nuovo presidente degli Stati Uniti del tutto incurante degli strali del lontano Vaticano autorizza il finanziamento pubblico sulle cellule staminali embrionali. Anche chi non sa di scienza ha ormai imparato dalla tv, dai giornali popolari, dalle fiction e dai rotocalchi che raccontano la vita degli eredi al trono di cosa stiamo parlando. La ricerca sulle staminali può portare ad alleviare sofferenze orribili, può vincere malattie oggi fatali.

Le ragioni per cui la Chiesa si oppone dovrebbero, in un mondo normale, restare oggetto del dibattito fra teologi, materia per saggi eventuali da custodire in biblioteca. Da noi determinano la politica e decidono della vita di milioni di persone. Obama dopo aver dedicato la legge sulla parità dei salari alla lavoratrice della Goodyear Lilly Ledbetter (Marina Mastroluca l'ha intervistata l'altro giorno) ha fatto un altro salto di quelli che bisogna saper immaginare: Superman. Ha detto che se ci fosse stata una legge così chissà, forse oggi Christopher Reeve sarebbe ancora vivo. Reeve, l'attore. Superman. Non lo intervisteremo, è morto dopo aver passato anni in sedia a rotelle. Ma tutti, proprio tutti a cominciare dai bambini capiscono all'istante cosa vuol dire ridare vita a un supereroe. I supereroi non muoiono, del resto. Tutt'al più si reincarnano. Poi aiutano gli altri, gli umani, a vivere meglio.

Federica Pellegrini, la nuotatrice più forte del mondo, ha detto a Marco Bucciantini che per lei «la notte prima delle gare arrivano i mostri». Ha raccontato il panico, come lo affronta e come riparte ogni giorno. Ha un'araba fenice tatuata sul collo. Megalomane, dicono di lei. Idealista. Alla prossima medaglia, Federica, e se non ci sarà podio non importa: devi solo augurarti che la strada sia lunga.

 concita.blog.unita.it

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