LIBRI SCRIVERE LEGGERE

 

 

 

Vedete,
ci sono cose che vi posso insegnare io,
altre che potete imparare dai libri.
Ma ci sono cose che, beh,
bisogna vedere e sentire.

Hosseini Khaled
Mille splendidi soli

I romanzi non sono la vita! Cosa credevi di ricavare da queste parole stampate, la felicità?

 Che idiota devi essere stato!

 Quest'immondizia può far diventar pazzo un uomo.

Da: Fahrenheit 451, di F. Truffaut, 1966   

La vita vera, la vita finalmente scoperta e tratta alla luce, la sola vita quindi realmente vissuta, è la letteratura.

Marcel Proust

...Scrivere è una delle attività più solitarie del mondo.
...osservo il mare sconosciuto della mia anima e scorgo alcune isole - idee che si sviluppano e che sono pronte per essere esplorate. Allora prendo la mia barca - il suo nome è "Parola" - e scelgo di navigare verso la più vicina. Durante il tragitto mi imbatto in correnti, venti e tempeste, eppure continuo a remare, sempre più esausto. Sono consapevole di essermi allontanato dalla rotta, di non avere più all'orizzonte l'isola dove intendevo arrivare...
 Paulo Coehlo  
Lo  Zahir

Cercate la saggezza nei libri, in manoscritti rari e poemi criptici se volete, ma cercatela anche nelle semplici pietre, nelle fragili erbe e nel verso degli uccelli selvatici. Ascoltate il sussurro del vento ed il ruggito dell’acqua se volete scoprire la magia, perché è lì che sono nascosti gli antichi segreti.

 Scott Cunningham
Il praticante solitario  

«L'uomo si chiamava Gaston [...] e passava quasi tutto il tempo a servire i clienti del caffè al piano terra, un buchetto con la doppia funzione di ritrovo abituale del vicinato e bureau dell'albergo. Era lì che al mattino bevevo il mio caffè, leggevo il giornale e subivo la mia metamorfosi in flipper-dipendente. In quei mesi camminai molto, come a Dublino, ma tra-|[31]scorsi anche tantissime ore di sopra, in camera, a leggere e scrivere. Gran parte di quello che scrissi si è perso, ma ricordo che componevo e traducevo poesie, e scrissi anche una sceneggiatura lunga ed insopportabilmente complicata per un film muto (un po' Buster Keaton e un po' tip-tap filosofico). Oltre a leggere come un ossesso, negli ultimi due anni ero an­dato molto al cinema, principalmente al Thalia e al New Yorker, che si raggiungevano comodamente a piedi scendendo per Broadway da Morningside Heights. Il Thalia proiettava ogni giorno due film diversi, e con il biglietto a cinquanta cent – ridotto per studenti – finii col trascorrere lì non meno tempo che alle lezioni della Columbia».

Paul Auster (Newark)

 

Felice Casorati

 

 

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