ROMA
- Immaginiamo di apparecchiare
una tavola, tre volte al giorno, per 620.500
persone. Costerebbe almeno un miliardo di euro.
Tanto vale lo spreco del cibo nella catena della
grande distribuzione alimentare in Italia. Il conto
salato dei prodotti che restano invenduti. Nella
spazzatura delle famiglie italiane finiscono invece
più di 25 milioni di tonnellate di cibo. Alcuni lo
gettano un po' troppo in fretta, quando compaiono i
primi segnali di muffa, per altri sette milioni di
persone una dieta alimentare equilibrata è diventata
un lusso che non possono permettersi.
Siamo consumatori bulimici di beni e servizi,
predoni di un pianeta sempre più povero di risorse.
Quello che accade con il cibo è solo un esempio di
un modo di fare che viene replicato dalle risorse
energetiche fino agli acquisti superflui.
Così il seme della resistenza nella società usa e
getta è quello di chi ha deciso di andare
controcorrente. Le storie e i progetti di chi ha
fatto suo il dittico "Non sprecare". Iniziative che
funzionano e hanno fatto scuola altrove, raccontate
nel libro "Non sprecare" di Antonio Galdo (Einaudi).
A recuperare il cibo che viene scartato dai
supermercati ci ha pensato Andrea Segrè, docente di
Economia e Ingegneria agraria dell'Università di
Bologna che con un gruppo di allievi ha creato la
catena del "Last minute food". L'esperimento avviato
con un ipermercato della Cooperativa Adriatica, oggi
è una rete che coinvolge 13 città e otto regioni
italiane. E, in tempi di crisi economica, è anche
una risorsa utile per quelle famiglie che fanno i
conti con la quarta settimana.
Anche il debito accumulato dai comportamenti
spreconi nei confronti del pianeta è insostenibile.
Consumiamo un terzo di risorse naturali in più
rispetto alla capacità della terra di riprodurle. E
mentre Legambiente sta per avviare una campagna
nazionale contro gli sprechi, bisogna guardare, si
legge nel libro, a progetti come quello delle "isole
verdi" dell'Enel. Capraia ha fatto da laboratorio a
cielo aperto: 20 chilometri quadrati a emissioni
zero.
Un appartamento modello di 180 metri quadrati si
trova a Gais in provincia di Bolzano: in Italia
quello di Albert Willeit è il più ecologico. La
bolletta per l'elettricità è pari a circa 400 euro
l'anno, per fare un esempio. Prima che questo tipo
di abitazioni diventi popolare, ciascuno può
contribuire a contenere gli sprechi, modificando
piccole abitudini. Basta ricordare che, anche quando
si tiene in stand by, la tv consuma. Una famiglia
potrebbe risparmiare fino 100 euro l'anno se
spegnesse la lucina rossa del televisore, del pc e
del videoregistratore. Anche la spazzatura può
essere fonte di sprechi (come a Napoli) o
trasformarsi in risorsa.
Il termovalorizzatore di Brescia lo è, trasforma
3000 tonnellate di rifiuti in acqua calda ed energia
per le famiglie della città e della provincia.
Vivono all'insegna della sobrietà quelli che hanno
scelto uno stile di vita che pratica il dittico "non
sprecare". Il libro mostra come si possa applicare
ovunque: dai consumi alla politica, dalle parole
fino al talento, dal corpo alla salute fino alla
stessa vita.