D'UN TRATTO NEL FOLTO DEL BOSCO

 

…La realtà non  è soltanto quello che l’occhio vede e l’orecchio ode e la mano può toccare, bensì anche quel che sta nascosto alla vista e al tatto, e si svela ogni tanto, solo per un momento, a chi lo cerca con gli occhi della mente e a chi sa ascoltare ed udire con le orecchie dell’animo e toccare con le dita del pensiero…"

"Alcuni animali hanno persino parole che quasi assomigliano a una preghiera: parole speciali di riconoscenza per il sole, e altre per ringraziare il vento che soffia, e di gratitudine alla pioggia, alla terra, alla vegetazione, alla luce, al calore, al cibo, agli odori e all’acqua. E ci sono anche parole per la nostalgia. Ma nelle lingue degli animali non ci sono parole per umiliare e offendere. Questo proprio no".

Amos Oz
 Feltrinelli

Cristofono Allori

 

La sua vita a spasso di stagioni era andata col mondo. Se l'era guadagnata molte volte, ma non era roba sua. Era da restituire, sgualcita dopo averla usata. Che creditore di manica larga era quello che gliela aveva prestata fresca e se la riprendeva usata, da buttare.
Gli serviva credere che c'era un capomastro e che del mondo era il suo manufatto? Non serviva per parlargli, per crederlo in ascolto, però era un pensiero che teneva compagnia.
Un padrone di tutto se c'era, non avrebbe permesso il guasto della sua roba, non l'avrebbe lasciata alla malora in mano alla specie degli uomini. Un padrone se c'era, s'era ubriacato e aveva perso la via di casa.
Meglio se non c'era. L'uomo prosperava in sua assenza. Aveva imparato il bene e il male servendosi da solo.
Era impossibile un padrone di tutto, però quell'impossibile teneva compagnia. Gli piaceva dire di fronte al cielo che calava in terra per la sera, un grazie al capomastro.
 
"Il peso della farfalla"

di Erri de Luca

 

 

 

 


 

 

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