| La Morte
 
 La morte verrà all'improvviso
 avrà le tue labbra e i tuoi occhi
 ti coprirà di un velo bianco
 addormentandosi al tuo fianco
 nell'ozio, nel sonno, in battaglia
 verrà senza darti avvisaglia
 la morte va a colpo sicuro
 non suona il corno né il tamburo.
 
 Madonna che in limpida fonte
 ristori le membra stupende
 la morte no ti vedrà in faccia
 avrà il tuo seno e le tue braccia.
 
 Prelati, notabili e conti
 sull'uscio piangeste ben forte
 chi ben condusse sua vita
 male sopporterà sua morte.
 
 Straccioni che senza vergogna
 portaste il cilicio o la gogna
 partirvene non fu fatica
 perché la morte vi fu amica.
 
 Guerrieri che in punto di lancia
 dal suol d'Oriente alla Francia
 di strage menaste gran vanto
 e fra i nemici il lutto e il pianto
 
 davanti all'estrema nemica
 non serve coraggio o fatica
 non serve colpirla nel cuore
 perché la morte mai non muore.
 
 Volume1- 1967 -La Morte   Fabrizio De Andrè    Il 
			testamento Quando la morte mi chiamerà
 forse qualcuno protesterà
 dopo aver letto nel testamento
 quel che gli lascio in eredità
 non maleditemi non serve a niente
 tanto all'inferno ci sarò già
 
 Ai protettori delle battone
 lascio un impiego da ragioniere
 perché provetti nel loro mestiere
 rendano edotta la popolazione
 ad ogni fine di settimana
 sopra la rendita di una puttana
 ad ogni fine di settimana
 sopra la rendita di una puttana
 
 Voglio lasciare a Biancamaria
 che se ne sfrega della decenza,
 un attestato di benemerenza
 che al matrimonio le spiani la via
 con tanti auguri per chi c'è caduto
 di conservarsi felice e cornuto
 con tanti auguri per chi c'è caduto
 di conservarsi felice cornuto
 
 Sorella Morte lasciami il tempo
 di terminare il mio testamento
 lasciami il tempo di salutare
 di riverire di ringraziare
 tutti gli artefici del girotondo
 intorno al letto di un moribondo
 
 Signor Becchino mi ascolti un poco
 il suo lavoro a tutti non piace
 non lo considerano tanto un bel gioco
 coprir di terra chi riposa in pace
 ed è per questo che io mi onoro
 nel consegnare le la vanga d'oro
 ed è per questo che io mi onoro
 nel consegnare la vanga d'oro
 
 Per quella candida vecchia Contessa
 che non si muove più dal mio letto
 per estirparmi l'insana promessa
 di riservarle i miei numeri al lotto
 non vedo l'ora d'andar fra i dannati
 per riferirglieli tutti sbagliati
 non vedo l'ora d'andar fra i dannati
 per riferirglieli tutti sbagliati
 
 Quando la morte mi chiederà
 di restituirle la libertà
 forse una lacrima forse una sola
 sulla mia tomba si spenderà
 forse un sorriso forse uno solo
 dal mio ricordo germoglierà
 
 Se dalla carne mia già corrosa
 dove il mio cuore ha battuto il tempo
 dovesse nascere un giorno una rosa
 la do alla donna che m'offrì il suo pianto
 per ogni palpito del suo cuore
 le rendo un petalo rosso d'amore
 per ogni palpito del suo cuore
 le rendo un petalo rosso d'amore
 
 A te che fosti la più contesa
 la cortigiana che non si dà a tutti
 ed ora all'angolo di quella chiesa
 offri le immagini ai belli ed ai brutti
 lascio le note di questa canzone
 canto il dolore della tua illusione
 a te che sei per tirare avanti
 costretta a vendere Cristo e i santi
 
 Quando la morte mi chiamerà
 nessuno al mondo s'accorgerà
 che un uomo è morto senza parlare
 senza sapere la verità
 che un uomo è morto senza pregare
 fuggendo il peso della pietà
 
 Cari fratelli dell'altra sponda
 cantammo in coro giù sulla terra
 amammo in cento l'identica donna
 partimmo in mille per la stessa guerra
 questo ricordo non vi consoli
 quando si muore, si muore soli
 questo ricordo non vi consoli
 quando si muore si muore soli
 
			  Fabrizio De Andrè 
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