2003
VIA MODENA

 
 

Era il 1965, Renzo aveva ristrutturato una cantina e l’aveva trasformata in uno studio per poter dipingere , ma anche  in un luogo dove radunare amici per trascorrere le serate insieme. Si trascorrevano nottate intere a dissertare sui malesseri sociali del tempo, si improvvisavano  dibattiti politici; non mancava la serata dove si recitavano poesie con sottofondo il suono  di una chitarra. A tutto questo, si aggiungeva un atmosfera magica creata dai tendaggi  di tela di sacco colorati di viola-grigiato, un tappeto, delle sculture di terracotta (Quelle che ora decorano l’ingresso , ed il caminetto della casa di Vallerotonda)   fatte da Renzo proprio per quelle stanze. Un scaffale, dei libri,dei dischi e il profumo dell’incenso che bruciava perennemente in un vera incensiera . Per finire una piccola stanzetta dove entrava a malapena un letto in ferro battuto tutto decorato di madreperla, tutto l’arredo era un insieme di cose  rimediate nei mercatini ma l’effetto era delizioso. L’unico neo era un odore inconfondibile di muffa che ti assaliva le narici non appena scendevi il sottoscala... Ma poi subito  eri rapita dalle emozioni che riscattavano  quei piccoli disagi. In queste stanze è stata concepita Katia: in via Modena. Tutto è iniziato da qui...    Quando gli addetti alla USL ci hanno detto che dovevamo andare in via Modena perché l’ufficio per l’assistenza domiciliare era situato in quella stradina  io e Renzo ci siamo guardati negli occhi... Era solo un caso ? Oppure era il cerchio  che si chiude?  Io ho interpretato questo come un messaggio  spirituale che mi diceva di prepararmi: 
"da dove siamo venuti, alla fine si torna..."

 

 

 

 
 

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