Rivoluzione possibile

di Eugenio Scalfari

Dedicare ai classici le proprie ore di lettura (al netto dei tanti giornali da sfogliare, che è un altro genere d'impegno) sottrae tempo ad altre ricreazioni della mente, ai libri di recente pubblicazione, al cinematografo, alla televisione, alla navigazione nei siti di Internet. Forse non è una gran perdita, mi suggerisce una vocina intima e maliziosa. Ma io so che quella vocina esprime una pigrizia intellettuale che non mi piace, quella che induce le persone di età avanzata a lodare i tempi passati a scapito di quelli presenti. Perciò soffoco quella vocina e mi rammarico di trascurare il mio aggiornamento. È un danno per me e un'ingiustizia per gli artisti contemporanei che certo esistono e lavorano anche se non abbondano (così mi sembra).

L'effetto positivo di dedicarsi ai classici consiste invece nello scoprire la loro attualità e i suoi aspetti duraturi. Del resto chi legge e rilegge i classici è in cerca delle risonanze che essi ci inviano dal passato, tanto più preziose in quanto provengono da voci remote eppure incredibilmente moderne.

Io frugo spesso nella mia disordinata biblioteca in cerca di questi classici 'moderni'. Quando li trovo e ne rileggo le pagine ne resto spesso confortato e ristorato, ho la conferma che si può antivedere il futuro con gli occhi chiari della ragione e della saggezza. Non siamo dunque schiavi né del presente né del passato. Chi è capace di saper leggere il futuro, lui sì è un uomo in grado di esercitare la sua libertà di previsione e di giudizio.

Mi sono casualmente trovato tra le mani nei giorni scorsi uno dei classici più inaspettatamente attuali ed è Paul Valéry nel suo libro intitolato 'Regards sur le monde actuel et autres essais' pubblicato da Gallimard nel 1945 all'indomani della guerra (l'edizione italiana è di Adelphi 1994 con il titolo 'Sguardi sul mondo attuale'). Era il mondo attuale del '45, ma molti di quei saggi portano addirittura le date del 1932 e di altri anni precedenti lo scoppio della guerra. Se non è un secolo poco ci manca, eppure sembrano scritti oggi. Ne cito alcune frasi particolarmente significative perché sembrano descrivere il mondo in cui ora viviamo.


"La pace è una vittoria virtuale, muta, continua, delle forze possibili contro le bramosie probabili. Ci si vanta di poter imporre la propria volontà all'avversario. Ma può essere una volontà nefasta. Gli unici trattati che varrebbe la pena di concludere sarebbero quelli tra i pregiudizi. L'operato di pochi ha per milioni di uomini conseguenze paragonabili a quelle che per tutti gli esseri viventi derivano dai mutamenti del loro ambiente. Così come le cause naturali producono la grandine, il tifone, le epidemie, allo stesso modo le cause intelligenti agiscono su milioni di uomini la stragrande maggioranza dei quali le subisce così come subisce i capricci del cielo, del mare e della crosta terrestre. L'intelligenza e la volontà che colpiscono le masse come cause fisiche e cieche: ecco ciò che si definisce politica".

"Le nazioni sono estranee le une alle altre così come lo sono gli individui diversi per carattere, età, credenze, costumi, bisogni. Molte nazioni nutrono il convincimento di essere in sé e per sé la nazione per eccellenza, l'eletta dell'avvenire infinito. Nell'eterna partita che sono impegnate a giocare ognuna ha le sue carte, alcune sono reali e altre immaginarie. Vi sono nazioni che hanno in mano soltanto ricordi che risalgono al Medioevo o all'antichità, valori morti e sepolti. Altre contano sulle belle arti, i paesaggi, le canzoni, che gettano sul tappeto verde in mezzo agli autentici semi di fiori e di picche".

"I fenomeni politici della nostra epoca sono resi più complessi da un mutamento di scala senza precedenti. Il sistema delle cause che governa il destino di ognuno di noi estendendosi ormai alla totalità del globo, lo fa ad ogni scossa riecheggiare tutto quanto. Non esistono più questioni delimitate. Le grandezze, le superfici, le masse in conflitto, la prontezza delle ripercussioni e la loro connessione impongono sempre più una politica molto diversa dall'attuale".

 da http://www.fondfranceschi.it/
  da http://www.espresso.repubblica.it/

 

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