MISCELLANEA DI FRAMMENTI
 

E’ dunque necessario che di tanto in tanto la morte ponga il suo dito sul tumulto della vita onde impedirci di spezzarci? Un letargo per cui i ricordi più amari,gli avvenimenti che si direbbe debbano infrangere per sempre un ‘esistenza sono spazzati via da un’ala oscura che ne attenua le asprezze e li cosparge di un dorato pulviscolo,il quale conferisce anche ai più brutti ai più ignobili un certo lustro un certo fulgore ? La natura umana e’ dunque di tale fattura da dover prendere la morte a piccole dosi giorno per giorno per poter continuare la vita ?


Virginia Woolf
dal libro Orlando

 

“Ho sempre sentito dire che i santi sono necessari alla nostra salvezza,
Loro non si sono salvati
Chi te l'ha detto?
E' quello che sento dentro di me
Cosa senti tu dentro di te?
Che nessuno si salva, che nessuno si perde
E' peccato pensare così
Il peccato non esiste, c'è solo morte e vita
La vita è prima della morte
Ti sbagli, Baltasar
la morte viene prima della vita, è morto chi siamo stati, nasce chi siamo,
è per ciò che non moriamo per sempre [...]
noi non sappiamo abbastanza chi siamo, eppure siamo vivi, 
Blimunda, dove hai imparato queste cose?
Sono stata ad occhi aperti nel ventre di mia madre, da lì vedevo tutto”
J.Saramago

 Memoriale del convento

 

 

Pessoa appoggiò una guancia sul cuscino e fece un sorriso stanco. Caro António Mora, disse, Proserpina mi vuole nel suo regno, è ora di partire, è ora di lasciare questo teatro d'immagini che chiamiamo la nostra vita, sapesse le cose che ho visto con gli occhiali dell'anima, ho visto i contrafforti di Orione, lassù nello spazio infinito, ho camminato con questi piedi terrestri sulla Croce del Sud, ho attraversato notti infinite come una cometa lucente, gli spazi interstellari dell'immaginazione, la voluttà e la paura, e sono stato uomo, donna, vecchio, bambina, sono stato la folla dei grandi boulevards delle capitali dell'Occidente, sono stato il placido Buddha dell'Oriente del quale invidiamo la calma e la saggezza, sono stato me stesso e gli altri, tutti gli altri che potevo essere, ho conosciuto onori e disonori, entusiasmi e sfinimenti, ho attraversato fiumi e impervie montagne, ho guardato placide greggi e ho ricevuto sul capo il sole e la pioggia, sono stato femmina in calore, sono stato il gatto che gioca per strada, sono stato sole e luna, e tutto perché la vita non basta. Ma ora basta, mio caro António Mora, vivere la mia vita è stato vivere mille vite, sono stanco, la mia candela si è consumata, la prego, mi dia i miei occhiali.

Antonio Tabucchi

Gli ultimi tre giorni di Fernando Pessoa 

Guardare il fiume fatto di tempo e acqua/e ricordare che il tempo è un altro fiume/sapere che ci perdiamo come il fiume/e che i visi passano come l'acqua/ Sentire che la veglia è un altro sonno/che sogna di non sognare e che la morte/che teme la nostra carne è quella morte/di ogni notte, che si chiama sonno...
 Borges

Arte Poetica

LA MORTE  
di Olivier Becaille

 

 
 

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