La sfida

Ti ho abbracciata
tenuta stretta,
ti ho guardata in viso
quella gelida nottata

ventisette anni son passati
abbracciavo lei
che mi aveva donato la vita
ma guardandoti negli occhi
t'ho lanciato la mia sfida

tu ingiusta gelida sei
che non guardi
in faccia nessuno
a volte non sei leale
ti porti via i buoni
lasciando i cattivi

sai aspettare
non hai fretta
non si può spezzare
il ciclo della vita

come ha inizio
così finisce la partita

molte volte
in viso t'ho guardata
ma qualcuno da lassù
non ha permesso tutto ciò
è ancora presto il tempo mio

non mi fai paura di nero vestita
ti ho sfidata portandoti via
di molte persone la vita

non potevo
dartela vinta quando
il sangue del mio sangue
pretendevi

con l'aiuto di chi sai
per il momento ti ho sconfitta
magra soddisfazione
contro la cruda e nuda realtà

ti aspetto deridendoti
perche quando ti abbraccerò
tutto il mio dolore sarà tuo
perche sereno e in pace me ne andrò

ma quando gl'occhi miei
in un'altro nome
vedranno nuovamente

un Airone in cielo volerà
riportando quel sorriso
a qualcuno un po' di serenità

quando tutto ciò
come per un miracolo
si rinnoverà
la sconfitta sarai tu
ed io con infinito amore
avrò vinto questa sfida.

Vincenzo Cantatore

"Airone"

 

 

PER ALESSANDRO

Coprite di baci questo bambino,
perchè non possa sentire più freddo! Coprite di carezze questo bambino,
affinchè non possa sentire più dolore! Copritelo di sorrisi,questo bambino,
poichè non possa
vedere la sofferenza sul volto della sua mamma...
del suo papà! Ora il suo, di sorriso, illumina il cielo!

Zia Mina e Zio Roberto 29/O7/2010

Alessandro, prima che tu nascessi, il tuo sorriso era già scolpito negli occhi di tua madre. Tu sei la luce e non l’ombra, essenza che libra nell’aria e nei cieli rosseggianti. Ora, che sei sul sentiero misterioso con Dio, brillano nel cielo i tuoi occhi. Sei l’angelo di Dio mandato sulla terra per far ritrovare la luce a chi l’aveva smarrita; sei l’essenza di una speranza ritrovata. La morte non ti ha portato via ma ti ha avvicinato sempre più alle persone che ti amano. In quel sentiero misterioso, ci sarà sempre una mano tesa; in quel sentiero, ritroverai lo sguardo di chi non perderà mai la speranza e che oggi, grazie a te, conosce il senso della vita.

Alessandro De Pasquale

Alessandro Uliano Il Leoncino

 

 

 

Cara Marisa, la tua musica è
un dono che ci hai lasciato

 

La morte appartiene a tutti. Non si può scappare. Eppure dinanzi alla morte, alla radicalità della separazione, non si riesce a trovare un senso: la morte è il male radicale, è la porta che si chiude inesorabilmente alle spalle dei nostri cari, che oltrepassano una soglia da cui nessuno ritorna.
Quando muore una persona cara, il tempo improvvisamente si svuota, si immobilizza. Ti senti immersa in un mondo senza dimensione. Smarrimento, senso di vuoto, vertigine. Quella persona scompare e tu continui a cercarla, a chiamarla… La  nostra società non vuole sentirne parlare se non per esorcizzarla, per allontanarla da noi il più possibile, vuole quasi pensare che un giorno potrà distruggerla, aver ragione di lei. Da qui viene, credo, un accanimento terapeutico che non trova altra spiegazione. Si vuole tenere in vita un corpo senza anima per non accostarci alla morte con umiltà accettandola perché far parte di noi come la vita. Così le togliamo dignità…La sofferenza per la morte di chi amiamo è un evento prima di tutto personale, privato. Si deve vivere prima di tutto dentro se stessi. Dobbiamo accettarla, trasformare il nostro rapporto con chi ci ha lasciato in qualcosa che è diverso…  La vita riprende a scorrere se noi ristabiliamo un accordo con noi stessi, se noi troviamo legami-altri da quelli che ci avevano tenuti in vita legati ad una persona. Ma soprattutto abbiamo bisogno di imparare a sostenere la “visione di vuoto” che deriva dalla mancanza, dalla consapevolezza delle finitudine della vita di chi amiamo, ma anche della nostra, se impariamo ad accettare la sofferenza, ad accettare il sentimento del nostro dolore, solo allora si potrà trasformare in ascolto più pacato di ciò che ci hanno lasciato, in quell’affetto nostalgico che si rivela nutrimento della nostra anima. Si dice in modo forse consolatorio che chi muore vivrà in te. Questo lo sento più vero di “è lassù che ci guarda”… forse… ma questo non lo posso sapere. Che vive in me, sì, lo sento…Oggi Marisa Sannia avrebbe compiuto 62 anni, un anno fa le ho parlato al telefono… e oggi questo tipo di comunicazione si è interrotta. Pochi mesi se n’è andata. ma oggi le parlo dentro di me, in un dialogo che non cesserà...

Marisa era una mia amica, ma era anche un personaggio pubblico. Era conosciuta, è stata molto popolare negli anni 70. Poi ha continuato a cantare e a comporre canzoni. I mass media non sempre le hanno fatto onore, hanno saputo apprezzare e dar rilievo ai suoi ultimi CD. Eppure nelle sue ultime canzoni c’è lei, c’è la sua anima, c’è quello che ha sentito, pensato e ciò in cui ha creduto. E questo lei lo voleva comunicare. Noi, suoi amici, siamo qui per cercare di mantenere questa memoria.

Quello che è stata esiste dentro di noi, ognuno di quelli che l’ha conosciuta si porta dentro qualcosa di lei e quello che ha lasciato è lì a nostra disposizione: è la sua musica. E’ così che oggi voglio pensarla. Non so se esiste un’altra vita. So che Marisa è qui, dentro di me e mi parla, con la sua musica, con i ricordi. I ricordi sono miei e suoi, fanno parte di quella sfera privata che non si divulga, a cuio non si mette il megafono, ma la musica è di tutti, è un dono che ci ha fatto, perché chi è disposto ad impegnarsi come ha fatto lei, senza nessun guadagno vuol dire che lo ha fatto per puro amore dell’arte. E quando ciò accade, questo è davvero un dono. Presenterò nel tempo le canzoni che ha scritto, le presenterò a modo mio, per riavviare quel dialogo che ho interrotto così bruscamente il giorno che mi hanno comunicato che era mancata, ma che è continuato a vivere i me ogni volta che l’ascolto cantare.
Ciao Marisa, ti ho voluto e ti voglio molto bene.

Vi ho lasciato per ora una delle sue canzoni del nuovo CD uscito a novembre Rosa de Papel.
Altri miei post su Marisa lì troverete qui

postato nel blog "Pensare in un altra luce"da giuba47 

 

 

 

 

 

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