Settembre 2008

Mia adorata Katia

ti scrivo ancora una volta da Vallerotonda, in piena estate, la stagione che tu amavi tanto. In realtà, mentre affermo questo, non credo di ricordare una stagione o una qualche cosa che ti creasse disturbo o risultasse non gradita... Infatti, ridevamo, e ti prendevamo anche un po’ in giro per le tue affermazioni entusiastiche: “questa è la mia stagione preferita, il mio amico preferito, il cugino preferito... e via dicendo.   Proprio questa, la tua grande qualità: quella di saper accogliere e amare ogni persona e sfumatura della vita. Una cosa che noi cerchiamo di fare come sapevi fare te, ma che non ci riesce molto bene... L’amarezza e la rabbia covano sotto la nostra apparente serenità, così a volte siamo insofferenti e poco socievoli o addirittura scontrosi. Sono passati cinque incredibili anni da quel giorno! Non riesco a farmene una ragione. Devo solo tenermi costantemente impegnata per non essere schiacciata e soccombere sotto quell’infernale macigno… poi accade una piccola “strana coincidenza” che mi collega a te e, magicamente, torna un poco di luce ed il tuo calore sembra scaldarmi il cuore. Piccoli magici voli di farfalle mi regalano sprazzi di felicità, in special modo quella che ha quel colore giallo-ambra vellutato, quella che io associo al tuo sguardo lucente! Non a caso, quando hai pensato agli ultimi regali da lasciare a Cinzia, Anna e Massimo, hai voluto dei monili simbolici: “sentimento”, “grande anima”, “forza”;  per te hai scelto “LUCE”. Non potevi scegliere altro: infatti, non rispecchia solo quella luce che sapevi infondere a chiunque aveva la fortuna di conoscerti e frequentarti, ma quella forza resiste ancora oggi. Anzi si è rafforzata: te sei, per chi ti ricorda, la luce...   

Non mi ricordo chi, sosteneva che: “I misteri sono nutrimenti, potenze eccitanti”; chi meglio di me può sostenerlo? Senza questi misteriosi segni che sono disseminati lungo le mie giornate, non saprei come resistere al vuoto, non saprei come raggiungerti... Quelle farfalle mi ricordano proprio i tuoi occhi...

Come dimenticarli? Nessuno ha quella luce: le tue pupille mandavano bagliori di lamelle dorate. Quello sguardo caldo, dolce e vellutato, ma nello stesso tempo ostinato, capace di non darla vinta neanche alla morte, sapeva parlare senza pronunciare parole. Si, perchè ricordo bene l’ultima volta che ti ho tenuta teneramente abbracciata. La tua anima era volata via da noi e viaggiava chissà in quali spazi inesplorati e per noi sconosciuti... però quello sguardo caparbio non voleva spegnersi per sempre, e così è rimasto discretamente splendente, come una luce che filtra attraverso delle tende socchiuse. Quel riverbero lucente, una tenace fiammella che non voleva cedere al buio...quasi penetrava dentro fino all’anima... Così è stato, ed è in me, dentro di me, per non lasciarmi mai più. Cercavo con tutta me stessa di trattenere quell’attimo... Quella fiammella è sempre viva nei miei occhi, come se questo mio ardente ricordo potesse in qualche modo  evitare  che spenga... Ma che spasimo! Che dolore! Essere consapevole che quello era l’ultimo tuo sguardo alla vita e che lasciavi tutto dietro di te... Di certo volevi carpire ancora dei lembi di vita, non volevi essere passiva neanche in quella circostanza...rubavi con avidità anche quell’ultimo raggio di luce... tenacemente aggrappata agli ultimi attimi terreni... Figlia mia adorata, quell’immagine, proprio l’ultima, per fortuna non si cancella, anzi, mi ricordo che anche in quella circostanza sembravi “la bella addormentata” che aspetta il principe azzurro che la risvegli dal sonno... semplicemente bellissima da far male!  

  Che sforzo, ancora oggi, cercare di credere ai molti che, “ ritornati alla vita” dopo un coma temporaneo, dicono che nella morte si va in un posto bellissimo, nell’ormai famoso tunnel di luce, che addirittura si è tentati di restare in quel luogo misterioso... Che fatica immane, però, accontentarsi di queste inconsistenti briciole... Eppure mi nutro di queste briciole. Sono ancora qui a parlare con te, vedi che nonostante tutto, resisto, anzi, in famiglia tutti resistiamo bene. Ognuno di noi a modo suo, senza pesare l’uno sull’altro, lotta da solo, con le malinconie ed i ricordi , come può... 

Amore mio, mi manca la tua risata: tanto che non mi stanco mai di ascoltare le registrazioni dove tu ridi di tutto cuore... poi quelle dove canti, quelle in cui giochi con gli amici, e poi anche quelle di quando eri una bambina allegra e spensierata. Insomma, tutte briciole che non saziano ma sostentano appena un po’, il tempo di riprendere fiato... Ancora mi nutro di tutti i tuoi ricordi sparsi qua e là nelle stanze, persino sotto il nostro letto ci sono ancora scatole che raccolgono le tue preziose raccolte di documenti, di “giornate bellissime”, di “splendide serate”, altri Diari da leggere, e frammenti di scritture per probabili sceneggiature. Ogni cosa che è passata nelle tue mani, accarezzata dal  tuo sguardo, messa da parte per chissà quale motivo, toccandola assume un’ importanza vitale. Mi sento proprio come una vestale che custodisce uno scrigno prezioso in un tempio. In fondo come potrei fare diversamente? Quei pezzi di carta sono la tua vita! Testimonianza del tuo passaggio in questo mondo e sostentamento delle mie giornate più o meno cupe. Leggendo alcune tue riflessioni riesco anche a ridere... ma davvero di cuore! A tutti noi mancano le tue particolari osservazioni, perché come dicevi tu “andavi sempre oltre”...non ti piaceva vedere una cosa così come era, dovevi sempre trovare un significato diverso, più creativo, inconsueto, mai banale...e a volte era spiazzante e  riuscivi a sbalordirci.

Devo trovare un pretesto per separarmi da te, sia pure solo da questa lettera. Quando vago nei pensieri che ti riguardano perdo la cognizione del tempo e dello spazio...

E’ talmente ricca la tua semplice e breve vita! Mi hai lasciato tanto per essere occupata con le tue raccolte...

Grazie di aver avuto questa passione per la scrittura e per tutto il resto, perché mi ha davvero salvato la vita! Come “Pollicino” che ha lasciato dietro di sè tanti piccoli sassolini, hai lasciato una montagna di cose che portano tutte verso di te...  

Con amore infinito

Mamma Bruna

 

 

 

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