DARIO, LA FALENA, LA LUCE...

 
 

Dario, per motivi personali, è stato costretto a lasciare, veramente a malincuore, la stanza  in affitto, quella più amata e vissuta da Katia, nell’abitazione a fianco della nostra. Spesso Dario,passava a trovarci e mi raccontava che nel profondo silenzio della notte sentiva rumori e odori particolari che gli sembrava rimanessero poi impressi addosso ai suoi abiti e alle sue cose. Mi ha anche confessato che aveva paura di queste strane suggestioni. Molte volte delle falène entravano nella sua stanza nel buio della notte o all’alba, cosa strana, perché di solito sono attratte dalla luce. Lui nel dormiveglia sentiva quel fruscio di ali svolazzanti fremere attorno e aveva sempre paura che lo sfiorassero... L’altro giorno, dopo aver vuotato la stanza è venuto a salutarci e prima di andare via mi ha raccontato ancora delle storie. In verità, spesso ascoltavo i suoi racconti pensando che ricamasse attorno alle cose per darmi un pizzico di effimera e tenera felicità. Pensavo che lui, ragazzo particolarmente acuto ed intelligente, avesse capito quanto per me fosse importante avere delle piccole testimonianze, dei piccolissimi “segni” che mi rimandassero a Katia. Quindi immaginavo che, con la sua creatività fantastica, collaborasse affettuosamente con i miei intimi desideri. Questo suo modo di fare me lo rende ancora più caro. Poi mi ha raccontato di quanto è accaduto ieri.

Rientrando a casa, non era ancora l’alba, ma neanche buio pesto: esattamente in bilico tra giorno e la notte... Ultimo giorno a sua disposizione quella casa e quella stanza. Allora si affaccia alla finestra per guardare ancora il bel panorama che si offre allo sguardo: l’Acquario Romano. La visione però lo turba: l’angelo della statua che  sovrasta l’edificio sembra avere sopra la testa una luce abbagliante... Dario guarda intorno le finestre dei palazzi vicini per vedere se altre persone notano la strana luce. Tutti dormono, allora prende dei sassolini e li lancia nella direzione della nostra finestra sperando in una nostro avvistamento. Mentre ancora non sapeva come spiegare la provenienza di quella luce, una falèna entra nella stanza e resta lì per diverse ore, pur potendo uscire dalla finestra che rimane  sempre aperta. Dario sfinito si riposa qualche ora prima di riprendere a sistemare i libri nelle scatole. Diversi libri glieli ho regalati io: erano di Katia, dell’università, dei corsi del teatro e dello spettacolo, le stesse materie che lui sta studiando. Quando riprende a mettere in ordine è ormai l’ora di pranzo, e tra non molto lascerà la stanza per sempre...Viene a salutarci ancora una volta e mi dice che la falena è ancora nella stanza, sembra però quasi senza vita. Mi chiede se è possibile conservarla in qualche modo, io lo dissuado, e chiedo se posso andare a vedere se c’è ancora . Entro nella casa che era stata abitata da Katia e mi batte il cuore per l’emozione. Andiamo insieme nella stanza e Dario mi indica la falèna immobile sul bordo della finestra. Non mi sembra vero di trovarla ancora e di constatare che davvero esiste: era lì davanti ai nostri occhi. Con la punta delle dita tocco la sua estremità per vedere se è ancora viva e improvvisamente apre completamente le ali e ce le mostra in tutta la sua bellezza: giallo-oro con sfumature color miele ed una spruzzata di nero...Io e Dario, totalmente senza parole, ci guardiamo negli occhi lucidi, che ci si sono illuminati per l’emozione...Ma le falène per loro natura non sono di un unico colore?  Perché quella era così particolare?

 

 
 
 

 
 

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